Ruggero Savinio, un ricordo
È scomparso all’età di 90 anni, il 1 gennaio 2025, un uomo della nostra generazione: Ruggero Savinio, pittore, scrittore, intellettuale del suo tempo.
Lo abbiamo conosciuto a Milano nei primissimi anni Sessanta, in quelle “comuni” dove si viveva condividendo conoscenze, passioni, ideali. Eravamo studenti di filosofia, di storia, di sociologia, laureandi, si campava lavorando per case editrici, come traduttori, lettori, collaboratori a vario titolo. Non c’erano artisti, eppure Ruggero amava la nostra compagnia, i nostri interessi, perché noi avevamo legami coi nascenti movimenti di fabbrica, coi movimenti di liberazione del Terzo Mondo. Erano gli anni in cui nasce, coi “Quaderni Rossi” e “Classe Operaia”, la corrente politica dell’operaismo italiano, gli anni in cui Piergiorgio Bellocchio e Grazia Cherchi fondano “Quaderni piacentini”, gli anni della rivoluzione algerina e delle lotte dei movimenti di liberazione del Terzo Mondo. Poi arriva il 68.
Il 3 maggio scoppiano i primi incidenti a Nanterre, studenti e polizia si affrontano. Decidiamo di partire per Parigi, in macchina, la Volkswagen “Maggiolino” di Giairo. C’è lo sciopero generale in Francia, i distributori di benzina sono chiusi. Ci premuniamo riempiendo quattro taniche da venti litri ciascuna, noi due ci alterniamo alla guida, Ruggero sul sedile posteriore, tranquillo, in mezzo alle taniche, due per parte. Più che una macchina, una bomba. Così da Milano, via Monte Bianco, a Parigi, dove arriviamo con gli ultimi fuochi delle barricate nel quartiere Latino. La sera dormiamo nello studio di Ruggero, abbiamo la mente così esaltata che ci pare possibile veder entrare a ogni momento Modigliani o Picasso. Poi, altri venti giorni di qualcosa che non sapevamo se fosse o no una rivoluzione, ma comunque era qualcosa di esaltante.
L’immagine di Ruggero resterà sempre per noi inquadrata in quello scenario, il suo sguardo profondo, la sua pacata profondità, fortunati che tra le tante fiaccole che hanno illuminato il nostro cammino ci sia stata anche la luce della sua arte.